Twitter annuncia la sua decisione: vietati tutti gli ads per la politica
Non si può più far politica su Twitter. La decisione è stata annunciata da Jack Dorsey, amministratore delegato della piattaforma social. Da adesso in poi, quindi, Twitter non consentirà più la condivisione di spot di natura politica.
La decisone è destinata a far discutere; infatti, sono diverse le opinioni che si sono sollevate in relazione all’introduzione di questo divieto.
Twitter vieta gli ads politici: il plauso di Clinton e l’ira di Trump
A seguito della decisione di bandire gli ads di natura politica dal social network Twitter, voci autorevoli del panorama politico statunitense si sono levate per esprimere la loro opinione in merito.
La mossa del colosso social americano ha subito suscitato gli elogi di Hillary Clinton e di altri membri dei democratici. In particolare, la Clinton ha definito questa decisione “la cosa giusta da fare per la democrazia in America e in tutto il mondo”.
Ben diversa dalla precedente, invece, è stata la reazione del presidente Donald Trump. Infatti, dalla campagna del presidente è arrivato un forte rimprovero nei riguardi di questa scelta, che dallo stesso Trump è stata tacciata di essere “l’ennesimo tentativo di mettere a tacere i conservatori”.
Le motivazioni della scelta di Twitter
Jack Dorsey ha elencato tutte le ragioni che hanno indotto a compiere una scelta così categorica, in un thread su Twitter.
L’amministratore delegato, infatti, ha spiegato che “se è vero che gli advertising sono incredibilmente potenti e efficienti per quanto riguarda gli annunci commerciali, questo potere comporta significativi rischi per quelli politici, perché può essere usato per influenzare i voti e condizionare le vite di milioni di persone”.
La comunicazione della decisione di bandire gli ads politici dalla piattaforma social è stata comunicata al pubblico attraverso Twitter dallo stesso Dorsey, che ha proseguito nello spiegare che si è giunti a prendere una tale posizione con lo scopo di prevenire i potenziali problemi di “ottimizzazione basata sull’apprendimento automatico di messaggistica e micro-targeting, informazioni fuorvianti non controllate e falsi profondi”.
Inoltre, Dorsey ha voluto lanciare un chiaro messaggio con le sue parole. “Un messaggio politico guadagna portata quando le persone decidono di seguire un account o ritwittare”, ha scritto Dorsey, “riteniamo che questa decisione non debba essere compromessa dal denaro”.
La differente visione di Dorsey e Zuckerberg
Anche se nessuno ha direttamente nominato Facebook, la posizione assunta da Twitter fa pensare ad una chiara presa di distanza del social dalle scelte politiche di Zuckerberg.
Recentemente, infatti, Zuckerberg ha dichiarato l’intenzione di non verificare, né rimuovere la pubblicità inserita dai politici sul social.
Inoltre, nel suo ultimo tweet Dorsey, in riferimento alla politica fatta tramite ads, ha detto con precisione: “Non si tratta di espressione libera ma riguarda il fatto di poter raggiungere quante più persone possibili per imporre la propria ideologia politica”.
Una posizione, quindi, molto diversa da quella di Zuckerberg, che ha recentemente discusso dell’importanza della “libera espressione” in relazione alla politica pubblicitaria in un evento della Georgetown University dedicato a quell’ideale.
In Italia sia Twitter che gli altri canali social sono molto utilizzati dai protagonisti del nostro parlamento, primo fra tutti il Social Salvini, ma anche gli altri, tra i quali citiamo Edmondo Cirielli, molto attivo anche su Linkedin, Renzi, Giorgia Meloni.